La retrospettiva rende omaggio alla fotografa Inge Morath ed è in mostra nei Chiostri di Sant’Eustorgio fino al 1 novembre 2020.
Cercando qualcosa di culturale da fare a Milano, su suggerimento di amici, mi sono imbattuta in questa mostra e in questa fotografa che non conoscevo, ed è stata una piacevole scoperta.
È sempre bello tornare nei luoghi dove è iniziata la mia avventura milanese: Corso di Porta Ticinese, le Colonne, via De Amicis, Parco della Vetra, Sant’Eustorgio.
Immancabile, una tappa nella storica pasticceria Cucchi dove mi delizio con un caffè al banco e un dolcetto.
Dopo questa piacevole parentesi, approdo in Ticinese, la strada che mi ha ospitato nei primi anni della mia permanenza meneghina. Come è cambiata e in peggio aggiungerei. Dove sono i negozietti alla moda che la caratterizzavano? Sostituiti da dozzinali posti di infima manifattura, disparati locali food solo apparentemente etnici, vetrine abbassate e tanta sciatteria. Qualche storico resiste e mi catapulta nel passato quando questa strada mi piaceva e si respirava una bella energia! Ma non perdiamoci nei ricordi.
L’ingresso della mostra è a latere della chiesa di Sant’Eustorgio, ci sono molte agevolazioni e in ogni caso, ogni prezzo vale l’esperienza.
Inge Morath (Graz, 1923 – New York 2002) è la prima donna ad entrare a far parte della leggendaria agenzia Magnum, assistente prima, e collaboratrice poi, di Henri Cartier-Bresson. Sposa, in seconde nozze, di Arthur Miller, (ex) marito a sua volta di Marylin Monroe, protagonista di uno scatto molto bello della fotografa in questione.
L’esposizione ripercorre in oltre 150 scatti il cammino dell’artista ed è organizzata secondo i luoghi che hanno caratterizzato la sua instancabile attività e i suoi continui viaggi: da Venezia al Danubio, dalla Spagna alla Russia, dall’Iran alla Cina.
Una sezione della mostra è dedicata poi ai ritratti, da Miller a Giacometti, da Stravinsky a Neruda, a momenti di vita sui set cinematografici di grandi film, con la Monroe e Audrey Hepburn.
Una testimonianza video molto interessante e alcuni scritti della sua esperienza di redattrice, corredano questa prima grande retrospettiva in Italia.









